domenica 19 settembre 2010

IL MISTERO DEL PLICO : UNA GROSSA SCOPERTA!

I nostri due eroi, finalmente smascherano il duo neocatecumenale che cerca di sottrarre il misterioso plico
Catturati  travestiti da frati francescani, saranno consegnati all'ispettore Le Strade per un serrato interrogatorio. Eccoli colti in flagrante mascheramento.....ma nulla sfugge a Sherlock Holmes e al prode Watson. Eccoli travestiti astutamente da Frati: il professor Moriaty e il suo allievo Adso...cioe' Alino, Alessio , Al ..insomma avete capito!




Come è logico i due furfanti sono molto contrariati e quasi increduli di essere stati scoperti, ma il loro inganno e' finito.......o no?

Il resto alla prossima puntata ,
in tutte le edicole l'inedito romanzo di Arthur Conan Doyle:

IL MISTERO DEL PLICO ( con l'introduzione di Karmen)
per i neocatecumenali a prezzi stracciati: solo 1000 euro (una sciocchezza per un'opera del genere) naturalmente va tutto per l'evangelizzazione, è ovvio!

Da La Gazzetta del catecumeno

sabato 18 settembre 2010

IL MISTERO SI INFITTISCE......



Il mistero del plico si infittisce: entra in scena miss Debora.

Watson: ma Holmes perche' Moriarty si traveste da Debora?! Sher: in realta' caro amico non è Moriarty che si e' travestito da Miss Debora per sottrarci il plico ma bensi' un loro agente , peraltro assai goffo, non è altri che Al-007. Watson: Ma come avete fatto a capirlo? Sh: questo mariuolo si veste con una palandrana che lascia sul pavimento delle fibre inconfondibili. Come voi sapete ho una collezione di fibre  di  3500 paludamenti neocatecumenali! Watson: Sherlock siete un genio! Sher: ebbene , modestamente si , lo ammetto.  Watson : allora il trasformista è bello identificato! Sher: elementare Watson ,la prossima volta che si presenta lo legheremo come un salame e ci faremo dire dove si nasconde il prof. Moriarty, ma ho ragione di credere che il suo nascondiglio sia a Napoli.....
Il  resto alla prossima puntata de: IL MISTERO DEL PLICO...... lo trovate in tutte le edicole solo 500  euro,  per  l'evangelizzazione ,  ovvio!

martedì 7 settembre 2010

IL MISTERO DEL PLICO...CONTINUA

Indovinate Watson! Il Prof. Moriarty, il genio del crimine, ha cercato si stornare la mia attenzione, attribuendosi roboanti iniziative  navali.....Ma finalmente il PLICO è in nostro possesso.Moriarty non tardera' a farsi vivo cercando di riottenerlo....ma attento Watson quell'uomo, farebbe qualsiasi cosa per avere il PLICO!
Watson: ma cosa conterra' mai questo plico? Sh: cose di nessuna importanza per noi, ma che susciterebbero grande scalpore se venissero alla luce in certi ambienti.....

In tutte la edicole la terza parte del mistero del plico : edizione , anch'essa introvabile, con l'introduzione di  kiko, a soli 350 euro! ( per l'evangelizzazione naturalmente)......e poi cosa credete che leggano gli "itineranti" nelle lunghe pause di solitudine!?

lunedì 6 settembre 2010

MA SHERLOCK ! Siete riuscito a svelare l'identita' di Freedom !!!.....ELEMENTARE WATSON.....ELEMENTARE....

IN EDICOLA UN ALTRO INEDITO ROMANZO DI ARTHUR  CONAN DOYLE!

SVELATA L'IDENTITA' DEL CRIMINALE , INDEMONIATO N. 1 DEL CRIMINE .....
MA CHI..... MORIATY!?  SI, CARO WATSON, MORIARTY! ALTRI NON E' CHE Freedom.....un banale travestimento......Eh gia' ... anche di colore!!! Caro Watson, Moriarty non è nuovo a simili trucchi,ma stavolta è mio e con lui , IL PLICO! Gia' Holmes me n'ero dimenticato, che fine ha fatto il PLICO? Caro Watson , ricordate il  SEGNO DEI 4?! Beh questo è piu' esotico , misterioso (solo 200 euro......per l'evangelizzazione )  Questo alla prossima puntata.....

Da: La gazzetta del Katecumeno

domenica 5 settembre 2010

IL MISTERO DEL PLICO SCOMPARSO......O NO?


E' IN EDICOLA QUESTA SETTIMANA : IL MISTERO DEL PLICO SCOMPARSO. UN CLASSICO DI ARTHUR CONAN DOYLE.
IL GIALLO, PER IL CATECUMENO CHE NON HA FATTO IL SECONDO PASSAGGIO, MA VUOL DARE, KOMUNQUE,  UN KONTRIBUTO ALL'EVANGELIZZAZIONE.... NON ANDANDO IN DISCOTECA IL SABATO SERA......NOoo! QUESTO NOo!!!
MA ACCULTURANDOSI!  BASTA CON LE NOIOSE KATEKESI! (ALMENO PER UN PO').....
KON LA MODICA CIFRA DI 150 EURO.... UNA PINZILLACCHERA, DAVVERO, PER UN CLASSICO (FINORA INEDITO) PERALTRO ATTUALE E MOLTO ISTRUTTIVO.....DA PORTARE IN KONVIVENZA........


 da LA GAZZETTA DEL CATECUMENO
BRUNO S.

domenica 29 agosto 2010

Puntualizzazioni sul RICA*, sui catecumeni e sul “neocatecumenato”



I neocatecumenali dicono che il Cammino “non è né un'associazione, né un movimento, ma «un'iniziazione cristiana postbattesimale per adulti»”.

Ho studiato diritto canonico all'università, permettetemi di dare due spiegazioni in merito. Da un punto di vista pastorale, il Cammino Neocatecumenale può essere definito come si vuole. Cammino, movimento, gruppo, carisma, ogni definizione può descriverlo in modo più o meno splendido. Da un punto di vista giuridico – l'unica cosa che lo Statuto deve regolamentare – il Cammino è una associazione privata di fedeli. Infatti esistono due forme di associazioni di fedeli, nella Chiesa, secondo l'attuale codice (quello del 1983; prima era diverso): le associazioni pubbliche, che sono quelle istituite dalla Santa Sede per tutta la Chiesa o da un ordinario per la sua Diocesi, e le associazioni private, che sono costituite dai fedeli stessi (con o senza partecipazione del clero), e che possono essere o non essere riconosciute in un secondo tempo dall'autorità. Il Cammino Neocatecumenale, dal punto di vista giuridico, è precisamente un'associazione privata, essendo stato fondato da due fedeli, negli anni '60, e non essendo ancora stato approvato in via definitiva.

È bene scindere le definizioni emotive e pastorali, da quelle giuridiche. Uno Statuto non può far diventare bianco quello che è nero o nero quello che è bianco.

Dalle considerazioni fatte da alcuni neocatecumenali, risulta che il Cammino non può essere valido universalmente per tutti, o comunque capace di soddisfare tutti, ma solo chi è senza fede e necessita di un percorso di “riabilitazione”. Chi ha una fede matura non ha quindi bisogno del metodo neocatecumenale, e può tranquillamente vivere da cattolico. Resta da capire con che criterio i neocatecumenali qualificano una fede sufficientemente matura da non aver bisogno del Cammino...

Per difendere il metodo neocatecumenale, gli aderenti affermano talvolta che c'è gente che si allontanerebbe subito a sentir parlare in modo chiaro di teologia, tradizione, esegesi, magistero, magari anche maledicendo. Ciò è tristissimo, ma non è mia esperienza (né di moltissimi altri che conosco) ed anzi, specialmente in chi era digiuno di pratica religiosa, sapere con esattezza certe nozioni di catechismo o di teologia o altro, era sempre di grande interesse. Tuttavia, se il parlar chiaro non sempre è efficace, io mi augurerei volentieri che la reiniziazione cristiana degli adulti del Cammino Neocatecumenale (che tuttavia giudico eccessivamente lunga) porti ad avere una padronanza ed una familiarità con la teologia, l'esegesi cattolica ed il magistero, e non rimanga a livello di “carismatismo”, come spesso è doloroso constatare.

I neocatecumenali fanno spesso leva sull'approvazione degli Statuti del 2002. Ma l'approvazione degli statuti è da intendersi ad experimentum e scadrà nel giugno 2007. Essa riguarda solo gli statuti e non la prassi liturgica, il metodo catechistico, la metodologia pratica, né il contenuto dottrinale del direttorio catechetico che, come espresso testualmente nello Statuto approvato, necessita di una approvazione separata, che ad oggi ancora non è arrivata (né sono stati pubblicati i quattordici volumi del direttorio catechetico).

Ricordo una conferenza dell'allora cardinale Ratzinger, del 1993, che trovai riportata su Chiesa Viva (una pubblicazione comunque ostile alla Chiesa cattolica stessa; al momento non ho disponibilità di altri riferimenti, ma mi attiverò per metterli in un secondo tempo), in cui, ad una domanda di un fedele riguardo alle dottrine contenute nei “mamotreti”, il porporato rispondeva: «Ci è stato assicurato che il contenuto del direttorio non espone alcun elemento dottrinale che sia differente dal catechismo, ma che esso è solo la descrizione di una prassi metodologica. Spero tuttavia, con l'aiuto di Dio, che si possa venire ad una soluzione, dei problemi che ci pongono questi “orientamenti”».

È triste notare che molti aderenti al Cammino Neocatecumenale, non so con quali finalità, hanno affermato contro ogni evidenza che l'approvazione degli statuti implicava l'approvazione della liturgia (che è stata definitivamente proibita con la lettera di Arinze del 1' dicembre 2005) e del direttorio (che a tutt'oggi è indicato come ancora da verificare).

Sottolineo che gli Statuti del Cammino sono molto stringati ed essenziali e di fatto non dicono nulla di importante, se non una generica descrizione della associazione privata di fedeli, denominata Cammino Neocatecumenale, prospettando rose e fiori nel rapporto con la gerarchia ecclesiastica (resta da vedere come e quanto verrà davvero applicato dai neocatecumenali). Non vi sono descritte le pratiche, non vi sono descritti i riti, ma solo alcune regole generali e le regole che si osservano nelle elezioni dei catechisti e del governo interno. Come in tutti gli statuti delle associazioni, insomma.

Sulle confessioni pubbliche, occorre purtroppo dare torto a quelli che ne presentano un'immagine edulcorata e blanda. Il termine confessione non indica il sacramento della “riconciliazione”, bensì una parte di esso, ossia la semplice accusa dei peccati (totale o parziale) che viene effettuata sulle domande incalzanti dei catechisti di fronte a tutta la comunità in occasione degli 'Scrutini'. Secondo san Tommaso d'Aquino (nella terza parte della Summa Theologica) è sempre possibile “confessarsi”, indipendentemente dal sacramento della penitenza o riconciliazione. Egli dice addirittura che tale pratica, sebbene non sostituisca il sacramento, può essere utile ad esempio in punto di morte, per suscitare la contrizione perfetta, del moribondo che non possa altrimenti accedere al sacerdote (solo il sacerdote può amministrare l'assoluzione).

A proposito degli “scrutini”: spesso i neocatecumenali affermano che gli “scrutini” del Cammino sarebbero uguali al RICA (Rito dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti), ma ciò è falso.

Va anzitutto detto che nel Cammino si rispetta solo la struttura del RICA (con tre “scrutini”, consegna e riconsegna del Simbolo e del Padre Nostro), ma non il contenuto. Il RICA, come “scrutinio”, intende semplicemente una preghiera, durante la Messa, che comprende una invocazione, un esorcismo con alcuni responsori, e il congedo del catecumeno. Conosco bene questo rito, giacché vi ho partecipato in Roma. Il tutto è durato poco, assai brevemente, solo il tempo delle preghiere e di un piccolo fervorino del sacerdote. Non è affatto identico alla prassi neocatecumenale.

A quanto risulta dalle testimonianze dirette e dalla lettura dei vari testi del Cammino, invece, ci sono parecchie aggiunte agli “scrutini” neocatecumenali. Ad esempio la pratica di svolgere questionari e di essere interrogati sugli stessi, con il cosiddetto “obbligo” di rispondere. Spiace dirlo, ma una simile pratica è una forma di confessione pubblica poiché chi è sorteggiato a leggere le sue risposte accusa i propri peccati.

Varie sono le giustificazioni addotte: ad esempio che tale metodo rende i membri più legati alla comunità e aumenta la fratellanza e la vicinanza (ma sono gli stessi argomenti per qualificare un comportamento settario: se tutti conoscono i miei peggiori peccati, se mi allontano dalla comunità potrebbero vendicarsi facendoli conoscere). Altri hanno detto in tono accusatorio che chi ha vergogna di riconoscersi peccatore di fronte ai fratelli è un cattivo cristiano, e non ha compreso il valore ecclesiale del sacramento della penitenza che, stando agli insegnamenti della Hernández:
sarebbe stata introdotta dalla Chiesa solo attorno al V-VI secolo (poiché secondo lei fino a quel momento l'unica remissione dei peccati sarebbe stata il battesimo stesso, nonostante nel Vangelo si legga «a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi», Gv 20,23);
sarebbe avvenuta pubblicamente nei primi secoli solo per togliere la “scomunica”, in quanto scomunica e anti-scomunica sarebbero state le uniche forme all'epoca conosciute di pena per il peccato, non «grazia» e «perdita dello stato di grazia», ossia la prima chiesa avrebbe avuto solo un foro “esterno” e non un foro “interno”.
Queste idiozie, in voga negli anni '70 presso liturgisti eretici come Bouyer, hanno avuto il demerito di aver spostato la teologia dell'ecclesialità dal concetto di «Corpo Mistico», al concetto di «assemblea». Tristissime sono le parole della Hernández, laddove critica la confessione auricolare, come forma di “privatizzazione del sacramento” che come tale avrebbe da essere (secondo lei) comunitario. Ma ciò è un grave errore: il sacramento è «ecclesiale», non «comunitario», cioè è celebrato dalla Chiesa attraverso il ministro che agisce in persona Christi, ossia nella persona del capo della Chiesa, e delle membra tutte a lui congiunte. Un sacramento celebrato da una o due sole persone (una messa “privata”, una confessione auricolare) ha il medesimo grado di ecclesialità di un sacramento celebrato di fronte ad un milione di persone (come la Messa al Marienfeld). La motivazione è semplice: il celebrante è sempre Cristo, ossia tutto il corpo mistico.

Assistiamo però ad una conversio ad materiam (specialmente nel Cammino): il simbolo (l'assemblea) diventa il significato (la Chiesa). Ma l'assemblea non è la Chiesa: fossero anche tutti in grazia di Dio e non scomunicati latae sententiae (cosa assai poco frequente, specialmente oggi), sarebbero una porzione piccola e numerica della Chiesa, che comprende anche gli assenti, i purganti e i beati, la Madonna, gli angeli e Gesù.

Alla luce di quanto detto inizialmente, si capisce il motivo dell'insistenza del Cammino sull'assemblea. Se il Cammino intende rivolgersi ai disadattati e a coloro che non hanno più fede, l'uso di simboli concreti può essere più utile di molta teoria. Purché non si prendano abbagli e non si commettano abusi, però: se uno a furia di sentir dire che la Chiesa è la comunità, alla fine, invece di capire che si usa un simbolo, pensa che la Chiesa sia davvero il gruppetto di persone della comunità. Purtroppo questi errori ed abbagli sono proprio ciò che è pressoché sistematicamente avvenuto, confermando che nel Cammino qualcosa non ha funzionato.

Riguardo alla confessione pubblica occorre dire che storicamente essa non è praticamente mai esistita, ed i rarissimi casi (assai circoscritti, e comunque ascrivibili a comportamento “da setta”) sono stati purtroppo esaltati negli anni recenti da alcuni teologi progressisti in vena di novità esotiche. I liturgisti modernisti la confondono con l'accusa generica dei peccati, che invece è una tradizione apostolica (il Confiteor, per intenderci, dove ci si riconosce peccatori genericamente). La confessione dei singoli peccati, invece, è sempre avvenuta in forma auricolare, e privata. È anzi un grave peccato di scandalo il dare pubblicità della propria condotta morale, per azioni di qualsiasi gravità. Inoltre è – ovviamente – contrario alla prassi della Chiesa, che custodisce il foro interno come luogo unicamente conosciuto da Dio, imponendo il segreto confessionale (anche a chi ascolta la confessione senza essere prete) sia al penitente che al confessore usque ad effusionem sanguinis (a costo di rimetterci le penne).

È perciò assolutamente impossibile l'eventualità di una accusa di fronte a terze persone, oltre che del tutto ingiustificabile. Anche nel caso di riconciliazione collettiva di più penitenti (in casi di imminente pericolo di morte) non vi è mai, né vi fu mai, il caso di una accusa pubblica dei peccati con l'eventuale rinvio ad un secondo momento la confessione privata. Infatti la possibilità dell'assoluzione generale pubblica senza le singole confessioni private non esime dal dovere di confessare privatamente appena possibile i peccati rimessi con la riconciliazione collettiva (in alcuni posti dell'America Latina questa possibilità viene abusata per il motivo opposto: assolvere in fretta molte persone senza dover ascoltare le singole confessioni).

Le confessioni pubbliche sono uno degli abusi più gravi del Cammino, urgentemente ed assolutamente da sanare.

Torniamo al RICA: applicare le categorie del RICA agli “scrutini” del Cammino, oltre che inutile è anche fuorviante. Il RICA è espressione di un'antica prassi nella Chiesa, quella dell'iniziazione degli adulti. Fu abbandonata, per il semplice motivo che la Chiesa, consolidandosi, era diventata la religione universale ed il battesimo cominciò ad essere amministrato subito, nei primi giorni di vita dei bambini. Una preparazione al battesimo era diventata inutile quindi per due motivi: non c'erano più catecumeni, giacché si nasceva già cattolici, e non serviva un percorso per arrivare al battesimo, dato che era dato nell'infanzia con l'educazione della famiglia.

Oggi molti cristiani hanno apostatato (formalmente o praticamente) e non battezzano più i figli, per cui è tornato utile rispolverare tale pratica poiché sono con ciò ricomparsi i catecumeni (non quelli del Cammino, eh!)

La mancanza del catecumenato fino a tempi recenti non era un fattore negativo: si suppliva con la preparazione alla Cresima, e con una fervente e partecipata vita cristiana che durava l'intero arco dell'esistenza. Oggi il catecumenato è riservato, come un tempo, ai soli candidati all'ingresso nella religione cattolica, cioè quelli che ancora non hanno ricevuto il battesimo.

Chi per grazia di Dio ha già ricevuto il battesimo non può né deve tornare catecumeno. Non deve, perché non ci si può preparare a ricevere una cosa già ricevuta; non può, perché il catecumenato è formalmente un “ordine”, una classe di persone, che sono fuori dalla Chiesa, ma unite almeno in voto ad essa, e in cui si entra con un rito formale.

Il Cammino Neocatecumenale ha voluto copiare la prassi del catecumenato, riproponendola per chi aveva già ricevuto il battesimo. Ma l'essere membri del Cammino non significa affatto essere dei catecumeni, anche se ci si chiama così (ecco perché per qualificare i membri del Cammino è meglio il termine neocatecumenali anziché “neocatecumeni” o “catecumeni”).

Giudico inoltre altamente inopportuno atteggiarsi a chi non ha ancora ricevuto la grazia del Battesimo ed il carattere di Figli di Dio, da parte di chi è già battezzato. Chi ha ricevuto il battesimo merita di essere incoraggiato e sostenuto nella dignità che ha, non di essere degradato a “non cattolico” in una prassi ambigua, oltretutto facendo delle bizzarre commistioni: i catecumeni non potevano partecipare alla Messa, ma solo alle letture, né potevano avere ruoli nella chiesa, mentre i neocatecumenali suppliscono a ciò con la partecipazione ad una Messa con numerose decurtazioni a seconda dei gradi di neocatecumenato, e ammettono i neocatecumenali ad avere dei ruoli attivi, come quello di catechista.

Quest'ammaccata copiatura dell'iniziazione cristiana non ha molto senso; credo possa ben essere sostituita da un approccio differente, di riscoperta della Cresima, ossia di scoperta di confermazione del proprio essere cattolici, e non di una cosa che ha già operato, “ex opere operato”. Ma ovviamente tale riscoperta non dovrà avvenire con catechesi contenenti un nugolo allucinante di errori ed eresie.

In ogni caso credo che sia sommamente inopportuno scimmiottare dei riti della Chiesa (vale per i sacramenti, per il RICA, ecc. ecc.), e riformarli secondo il proprio gusto personale, togliendo questo perché “ha poco senso”, quello “perché è brutto”, quell'altro “perché si farà più avanti”.

È infine da sottolineare che in passato l'atteggiamento di molti neocatecumenali era totalitario, non possibilista ed umile come oggi piacevolmente può capitare di constatare (sempre col rischio di incappare in qualche caso di persona che utilizza un puro formulario, un galateo ipocrita, un linguaggio “politico” per dare l'impressione di un'umiltà che non c'è). Il Cammino veniva presentato come l'élite del cattolicesimo, o almeno il modo per essere degni di questo nome, degradando gli altri a massa informe di pecoroni da “Messa la domenica e stop”. Ovviamente c'è molto altro, oltre al Cammino Neocatecumenale: mille sono i modi di essere cattolico in modo sano e pieno, senza frequentare Argüello e seguaci con annesse catechesi e canti. Se i santi del passato (e del passato prossimo) sono diventati santi senza RICA e senza Cammino, significa che il Cammino, una volta ripulito da tutti gli errori e gli abusi, potrebbe essere utile ma non indispensabile.

Sarebbe oltremodo opportuno riflettere e spiegare, che la vita cristiana è una vita di coerenza a Cristo e non ad un gruppo, e che l'espressione “itinerario di formazione cristiana valida per l'uomo di oggi” non ha carattere di esclusività, non è la pratica per l'uomo di oggi.

sabato 28 agosto 2010

Seminari CNC "Redemptoris Mater" neocatecumenali

Seminari CNC "Redemptoris Mater"
incongruenze, mistificazioni
Un doveroso aggiornamento, che tale rimane solo nelle aspettative e nelle speranze, perché in realtà a tutt'oggi nulla è cambiato! Nonostante nel suo discorso in occasione dell'incontro del 10 gennaio, il S. Padre abbia detto tra l'altro... "Ringrazio il Rettore e i suoi collaboratori del Seminario Redemptoris Mater di Roma per l’opera educativa che essi svolgono. Il loro compito non è facile, ma molto importante per il futuro della Chiesa. Li incoraggio pertanto a proseguire in questa missione, adottando gli indirizzi formativi proposti tanto dalla Santa Sede quanto dalla Diocesi. L’obiettivo a cui occorre mirare da parte di tutti i formatori è quello di preparare presbiteri ben inseriti nel presbiterio diocesano e nella pastorale sia parrocchiale che diocesana".
Ma come conciliare queste centrate parole col fatto che lo statuto continua ad assegnare il ruolo dominante di guida ai laici, che lascia invariato quanto stigmatizzato su questa pagina?

I Seminari RM, secondo lo Statuto, "sono eretti dai Vescovi diocesani, in accordo con l'Equipe Responsabile internazionale del Cammino, e si reggono secondo le norme vigenti per la formazione e l'incardinazione dei chierici diocesani e secondo statuti propri, in attuazione della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis. In essi i candidati al sacerdozio trovano nella partecipazione al Cammino Neocatecumenale un elemento specifico e basilare dell'iter formativo."

Come è possibile che i Fondatori del cammino abbiano sia nel ruolo formativo che fondativo dei seminari la stessa dignità dei Vescovi?
Circa il fatto che i sacerdoti che escono dai Redemptoris Mater dipendano esclusivamente da Kiko (o da chi per lui: i catechisti) non c'è assolutamente dubbio. Altrettanto indubbio che questi Seminari, pur essendo formalmente ancorati all'ordinario diocesano, di fatto hanno un percorso formativo e una gestione del tutto autonoma. Sono seminari paralleli a quelli tradizionali, inutile negarlo.
Non trascuriamo cosa pensava il Papa; il testo è tratto dal Discorso di Giovanni Paolo II ai sacerdoti delle Comunità catecumenali, Lunedì 9 dicembre 1985:
""La prima esigenza che vi s’impone è di sapere mantener fede, all’interno delle Comunità, alla vostra identità sacerdotale. In virtù della sacra Ordinazione voi siete stati segnati con uno speciale carattere che vi configura a Cristo Sacerdote, in modo da poter agire in suo nome (cf. Presbyterorum ordinis, 2). Il ministro sacro quindi dovrà essere accolto non solo come fratello che condivide il cammino della Comunità stessa, ma soprattutto come colui che, agendo “in persona Christi”, porta in sé la responsabilità insostituibile di Maestro, Santificatore e Guida delle anime, responsabilità a cui non può in nessun modo rinunciare. I laici devono poter cogliere queste realtà dal comportamento responsabile che voi mantenete. Sarebbe un’illusione credere di servire il Vangelo, diluendo il vostro carisma in un falso senso di umiltà o in una malintesa manifestazione di fraternità. Ripeterò quanto già ebbi occasione di dire agli assistenti ecclesiastici delle associazioni internazionali cattoliche: “Non lasciatevi ingannare! La Chiesa vi vuole sacerdoti, e i laici che incontrate vi vogliono sacerdoti e niente altro che sacerdoti. La confusione dei carismi impoverisce la Chiesa, non la arricchisce” (Giovanni Paolo II, Allocutio, 4, 13 dicembre 1979: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, II/2 [1979] 1391).""

E, prima ancora, ricordiamo quanto segnalava l'allora card Ratzinger nella lettera "Sacerdotium  ministeriale". Circa alcune questioni riguardanti il ministro dell'Eucaristia, del 6 agosto 1983
Pensate ne abbiano tenuto conto, mentre sbandierano e si fanno forti di tutte le parole di approvazione e di incoraggiamento. Ma di queste, molto eloquenti e significative, cosa ne hanno fatto e ne fanno tuttora? Andateglielo a dire, se ci riuscite!
E, ancora, dal Catechismo della Chiesa Cattolica:
1562 “Cristo, consacrato e mandato nel mondo dal Padre, per mezzo dei suoi Apostoli ha reso partecipi della sua consacrazione e della sua missione i loro successori, cioè i vescovi, i quali hanno legittimamente affidato, secondo diversi gradi, l'ufficio del loro ministero a vari soggetti nella Chiesa” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 28]. “La [loro] funzione ministeriale fu trasmessa in grado subordinato ai presbiteri, affinché questi, costituiti nell'Ordine del presbiterato, fossero cooperatori dell'Ordine episcopale, per il retto assolvimento della missione apostolica affidata da Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Presbyterorum ordinis, 2].

1563 “La funzione dei presbiteri, in quanto strettamente unita all'Ordine episcopale, partecipa dell'autorità con la quale Cristo stesso fa crescere, santifica e governa il proprio Corpo. Per questo motivo, il sacerdozio dei presbiteri, pur presupponendo i sacramenti dell'iniziazione cristiana, viene conferito da quel particolare sacramento per il quale i presbiteri, in virtù dell'unzione dello Spirito Santo, sono segnati da uno speciale carattere che li configura a Cristo Sacerdote, in modo da poter agire in nome e nella persona di Cristo Capo” [Conc. Ecum. Vat. II, Presbyterorum ordinis, 2].
...

1567 “I presbiteri, saggi collaboratori dell'ordine episcopale e suoi aiuto e strumento, chiamati al servizio del Popolo di Dio, costituiscono col loro vescovo un unico presbiterio, sebbene destinato a uffici diversi. Nelle singole comunità locali di fedeli rendono, per così dire, presente il vescovo, cui sono uniti con animo fiducioso e grande, condividono in parte le sue funzioni e la sua sollecitudine e le esercitano con dedizione quotidiana” [ Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 28]. I sacerdoti non possono esercitare il loro ministero se non in dipendenza dal vescovo e in comunione con lui. La promessa di obbedienza che fanno al vescovo al momento dell'ordinazione e il bacio di pace del vescovo al termine della liturgia dell'ordinazione significano che il vescovo li considera come suoi collaboratori, suoi figli, suoi fratelli e suoi amici, e che, in cambio, essi gli devono amore e obbedienza.

1568 “I presbiteri, costituiti nell'ordine del presbiterato mediante l'ordinazione, sono tutti tra loro uniti da intima fraternità sacramentale; ma in modo speciale essi formano un unico presbiterio nella diocesi al cui servizio sono assegnati sotto il proprio vescovo” [Conc. Ecum. Vat. II, Presbyterorum ordinis, 8]. L'unità del presbiterio trova un'espressione liturgica nella consuetudine secondo la quale, durante il rito dell'ordinazione, i presbiteri, dopo il vescovo, impongono anch'essi le mani.
Sono tutte cose alle quali, al momento dell'ordinazione, sia pure solo 'formalmente', i seminaristi R.M. aderiscono anche loro. Il problema è che poi, anziché obbedire ai Vescovi, obbediscono a Kiko e alla loro strutturata organizzazione.

Quel che c'è da chiedersi, cosa dicono i Vescovi di tutto questo? Perché hanno consentito il proliferare e il perpetuarsi di questo 'minestrone indigesto'?
Sta di fatto che i seminari R.M. servono a sfornare "presbiteri" fedeli al kikismo, i quali andranno a far parte in un prossimo futuro di quella gerarchia ecclesiastica, (nel cammino quella attuale è contraddistinta pittoricamente dalla croce rovesciata [vedi in riferimento a Giovanni Paolo II]), che sarebbe in questo modo piegata dall'interno ai voleri dei vertici neocatecumenali. Capirete la differenza fra alti prelati ora favorevoli al cammino e quelli che saranno alti prelati fanatici del cammino e completamente dipendenti da Kiko/Carmen (dalla loro prassi, dalla loro teologia e liturgia, delle quali ora abbiamo solo un "piccolo assaggio") e dai loro discendenti legalmente costituiti.
Lo sappiamo, è uno scenario che fa paura, ma è per comprendere a fondo quanto sia necessario porre un freno a questo fenomeno che rischia di snaturare l'essenza stessa della Chiesa cattolica apostolica romana.
Poiché ormai è assodato che il cammino è fine a se sesso, che dire di quelle famiglie e di tutti i seminaristi sparsi per il mondo a fare la cosiddetta IMPLANTATIO ECCLESIAE, ma in realtà a far proliferare il verbo e i metodi kikiani? 
Fermare Kiko e Carmen si può, anzi si deve. È che la lettera di Arinze non ha avuto effetto, non basta, la terapia deve essere purtroppo più radicale, deve mettere in discussione i principi e le figure basilari del CNC, deve distruggere 'l'incantesimo' che tiene legato il tutto (guardate con che abilità Kiko si è posto al riparo 'sacrificando' una delle sue pedine di spicco, il sig. Gennarini).
Il vero problema è: si possono salvare 'capra e cavoli'? Se davvero il CNC fosse un'iniziazione cristiana, i singoli aderenti sarebbero per lo più al sicuro anche se venisse meno la gerarchia neocatecumenale, sarebbero protetti dalla tradizione cattolica e dal primato di Pietro. Se davvero fossero inseriti nelle parrocchie, il venir meno della gerarchia neocatecumenale non avrebbe grosse conseguenze.
Il fatto è che nel CNC tutte queste caratteristiche sono solo millantate, fumo negli occhi per i pastori e i fedeli. Crediamo che la Santa Sede continuerà i suoi richiami per gradi, nella speranza di un ravvedimento di là a venire e che se per alcuni verrà sarà un processo lungo e difficile.
Ringraziamo il Signore che ci ha dato Papa Benedetto XVI, appoggiamolo anche nella preghiera e restiamo fedeli al suo Magistero e nel frattempo, teniamo gli occhi aperti per vedere la realtà:
Considerazioni basilari:
Secondo Kiko Arguello i seminari Redemptoris Mater nascono grazie al decreto ‘‘Presbyterorum Ordinis’’ n.10: « Ricordino dunque i presbiteri che deve stare loro a cuore la sollecitudine per tutte le chiese... Dove lo richiedono motivi di apostolato (la mancanza di sacerdoti) si faciliti non solo una funzionale distribuzione dei presbiteri, ma anche l'attuazione di specifiche iniziative pastorali... A questo scopo potrà esser utile la creazione di seminari internazionali... per il bene di tutta la chiesa, secondo norme da stabilirsi per ognuna di queste istituzioni e rispettando sempre i diritti degli ordinari del luogo ».  
E ancora: i Seminari R.M., secondo Lo Statuto, "sono eretti dai Vescovi diocesani, in accordo con l'Equipe Responsabile internazionale del Cammino, e si reggono secondo le norme vigenti per la formazione e l'incardinazione dei chierici diocesani e secondo statuti propri, in attuazione della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis. In essi i candidati al sacerdozio trovano nella partecipazione al Cammino Neocatecumenale un elemento specifico e basilare dell'iter formativo." 
Prime evidenze che si possono notare:
Come è possibile che i Fondatori del cammino abbiano sia nel ruolo formativo che fondativo dei seminari la stessa dignità dei Vescovi? Anzi maggiore, perché mentre un vescovo ha giurisdizione nella sua diocesi, Kiko ha giurisdizione su tutti i Seminari in tutte le diocesi del mondo.
Conseguenze di tutto questo:
Nel cammino troviamo due tipologie di sacerdoti:

  1. coloro che non solo si sono formati nei RM e che devono seguire non gli insegnamenti della Chiesa (pur se prevedibilmente frequentano corsi di teologia nelle facoltà teologiche) ma vengono sottoposti a tutto l'iter formativo neocatecumenale (tappe, passaggi, scrutini, obbedienza ai catechisti)

  2. ma anche coloro che, pur avendo studiato in un normale seminario diocesano, hanno trovato la loro vocazione e hanno esercitato il loro ministero sempre, o quasi, nel cammino, o comunque legati alla loro comunità e ne assorbono e si adeguano perfettamente a contenuti e metodi, anziché porsi come guide, reggitori della comunità, come indica il Papa e com'è prerogativa dei sacerdoti cattolici...
Fermo restando che l'ordinazione dei Sacerdoti Redemptoris Mater è valida perché operata dai vescovi, ci si chiede tuttavia se la loro azione sacerdotale non possa essere inficiata dal credere e professare cose diverse da quelle insegnate dalla Chiesa sia nella celebrazione eucaristica (Cena protestante e non sacrificio, Presenza simbolica e non reale) che nella somministrazione dei sacramenti, soprattutto quello della riconciliazione ed inoltre nel credere nella perfetta identificazione del Cammino con la Chiesa, della quale sono totalmente cancellati 2000 anni di storia e di insegnamenti (da Costantino al Vaticano II, preso come fondante del Cammino, senza applicarne la continuità come affermato e ribadito dal Papa)... ergo si agisce e si opera nel nome del cammino ritenendo che esso sia la vera Chiesa...
I Sacerdoti RM sono Sacerdoti validamente Ordinati. Su questo non ci possono essere dubbi. Ma la Validità dell'Ordinazione ricevuta non implica una automatica Cattolicità del Sacerdote stesso. Il Sacerdote validamente ordinato è formalmente Cattolico. Le sue Intenzioni - questione molto importante - e la sua opera pastorale o mettono il sigillo a questa Ordinazione... oppure la negano di fatto. Il fatto che molti scismatici o eretici fossero Sacerdoti Validamente Ordinati non ha impedito che essi fossero o scismatici o eretici. Semmai il loro Stato Clericale aggrava il fatto.
I seminaristi dei RM frequentano vari corsi presso il seminario diocesano e poi danno l'esame, come i loro colleghi non neocat. Quindi formalmente è difficile accusarli di eresia. Sarà anche difficile che un sacerdote NC metta per iscritto la propria visione di chiesa, proprio perchè nel cammino non si prendono mai posizioni ufficiali e personali, solo i fondatori lo possono fare, e quindi sarà impossibile dimostrare l'eresia.
Alla fine  la più grande ambiguità, quella di prevedere il Cammino come iter formativo INSIEME all'iter normale diocesano, nei Redemptoris Mater, si è dimostrata un 'cavallo di Troia' per insinuarsi nella Chiesa, nonostante il tentativo di cattolicizzare il cammino NC fatto attraverso lo strumento degli Statuti prima approvati ad experimentum, ed ora definitivamente ma - com'è ben noto - mai applicati dal Cammino stesso, che li ha considerati e li considera soltanto il formale riconoscimento e legittimazione della sua esistenza e della sua coriacea identità, che non emerge dagli Statuti, giacché molte delle prassi ultraquarentennali non vi sono né previste né quindi regolamentate, in quanto continuano indebitamente ad essere soggette all'"Arcano", termine che non si addice tanto al cristianesimo quanto ad una setta...
Sempre in linea con il ragionamento di prima, e tenuto conto di cosa significhi il Sacerdozio Ministeriale per la Chiesa, cosa dovrebbe fare un Sacerdote RM - o anche non RM che vive la sua pastorale all'interno del Cammino NC - davanti a direttive del Papa, e del Vescovo diocesano riguardo Pastorale e Liturgia, tenendo conto della Linea Gerarchica della Chiesa? In parole povere, perché si obbedisce alle direttive di Kiko invece che a quelle del Papa sulla liturgia, da lui dettate con la lettera del card. Arinze? Non ci dovrebbe essere un'azione e un'attenzione della Chiesa nei confronti dei suoi sacerdoti (ammettendo come suoi anche quelli formati dai Seminari RM - che se non lo sono de facto lo sono de iure -) che obbediscono ad un laico anziché al Papa? Perché non si è usata e non si usa la stesa severità usata nei confronti dei Lefevbriani, molto meno lontani dalla Tradizione cattolica?
Il cuore del problema è come si possa accettare la funzione ecclesiale di un sacerdote che per formazione ricevuta ha imparato a rinnegare alcune delle verità insegnate dalla Chiesa. Si impone quindi una domanda ancora più specifica: quando viene coinvolta la coerenza e la fedeltà assoluta ai dogmi, ciò non è motivo di delegittimazione dell'ordinazione? Che senso ha dal punto di vista del diritto canonico ribadire la validità di un'ordinazione che nei fatti rinnega una parte della teologia?

La sconfessione teologica ed il rinnegamento dogmatico non sono forse motivo di decadimento della validità ordinamentale? Non erano esattamente questi i presupposti che in passato hanno fatto condannare per eresia tanti religiosi variamente creativi e fantasiosi nell'interpretazione delle Scritture e del loro ruolo? Questi quesiti, prima o poi, dovranno arrivare sul tavolo della Congregazione per il clero, poiché investono direttamente l'essenza della funzione sacerdotale, oggi gravemente compromessa dalla formazione neocatecumenale dei 'presbiteri' del Cammino.
La Chiesa dovrà pur tener conto che ci sono molti cristiani che non frequentano più la messa nelle Parrocchie nelle quali operano solo neocatecumenali e non esiste alcun'altra pastorale, non ritenendo valida, in coscienza, la celebrazione officiata dai Sacerdoti del Cammino NC!
Per quanto ci riguarda, sospendiamo ogni nostra considerazione, rimettendoci a quello che la Santa Sede non mancherà di indicare su tutte le perplessità poste dal Cammino NC.
Ed ora, notizie di attualità
Riportiamo dal sito Catechumenium
Tre nuovi Seminari Redemptoris Mater, uno anche in Pakistan

Si è conclusa lo scorso fine settimana presso il Centro Internazionale del Cammino Neocatecumenale "Servo di Iahvè" a Porto San Giorgio (Ascoli Piceno) la tradizionale convivenza annuale dei seminaristi provenienti da tutti i Seminari Redemptoris Mater del mondo, insieme agli aspiranti seminaristi provenienti dalle comunità sparse nei cinque continenti, i quali hanno concluso il tempo di discernimento personale sulla vocazione al presbiterato, vissuto nei vari centri vocazionali .

L'attesa per l'annuncio dell'apertura di nuovi Seminari, oltre ai 64 già esistenti, non è andata delusa. Infatti Kiko ha annunciato che saranno a breve aperti 3 nuovi seminari RM:

- Murcia (Spagna) (che tante vocazioni ha dato fin'ora; Kiko dice che non c'è Seminario RM dove non ci sia una vocazione di Murcia);
-Dar es Salaam (Tanzania) (dove il Cardinale Polycarp Pengo da tanto tempo glielo chiedeva; una speranza in più per l'evangelizzazione dell'Africa, che procede pur tra tante difficoltà);
- Pakistan (uno dei pochi paesi islamici che lasciano entrare i missionari), evento miracoloso in relazione anche agli ultimi accadimenti che hanno coinvolto la persona del Santo Padre per il (meraviglioso) "Discorso di Ratisbona".

Inoltre si è poi dato vita al seminario "misto" di Venezia, già preannunciato l'anno scorso, ma che il Patriarca Cardinal Ettore Scola ha avviato solo quest'anno (come quello sperimentato a Firenze) dove cioè i fratelli (per ora un paio) vivono e partecipano alla vita del seminario diocesano pre-esistente, con il permesso però di proseguire il Cammino nelle comunità locali, partecipare alle convivenze, fare il periodo di itineranza preparandosi alla missione come tutti gli altri seminaristi RM.

Anche questa è una ottima notizia che testimonia, ancora una volta se non fosse stato già sufficiente per il passato, come il Cammino è aperto alla collaborazione con le Diocesi senza vedere snaturate le sue pecularità di formazione dei ragazzi candidati al sacerdozio provenienti dall'esperienza neocatecumenale.

Di tutto questo possiamo giustamente dare Lode a Dio.
A.S. - catechumenium.it
Commento: 
'Il Cammino è aperto alla collaborazione con le diocesi', come dicono, o sono queste ultime che collaborano con il cammino, accettando seminaristi alle condizioni del cammino che continuano la loro formazione NC.
Vi sembra esatta la dizione 'è stato aperto un seminario misto'? per la semplice immissione di due seminaristi NC? Non è la solita coniugazione dei fatti dal punto di vista neocatecumenale, che va anche contro ogni logica?
Adesso andranno ad 'inquinare' anche i seminari diocesani? Forse il Vescovo ha pensato di averli sotto controllo, ma in realtà si è sbracato perché lui li ospita e dà insegnamenti (a spese delle diocesi) e loro continuano nella loro formazione NC...!!!!
Comunque, se bastano due seminaristi neocatecumenali nel seminario diocesano per farlo diventare "misto", immaginiamo cosa possono mai significare gli "oltre 64 seminari R.M." nel quadro generale.
Quanto alla dizione seminario "misto", forse è molto più lineare ipotizzare una sorta di punizione di Scola inflitta ai seminaristi R.M. piuttosto che ad un inquinamento neocatecumenale del seminario diocesano (sappiamo già che i neocatecumenali sono in grado di presentare le «bastonature» ricevute come se fossero altissimi premi: abbiamo ancora stampata sul volto l'espressione di stupore per le interpretazioni acrobatiche di Gennarini e di Kiko dell'inizio di quest'anno in ordine alla lettera di Arinze).
A proposito: se cercate nell'internet Ettore Scola troverete che è un regista di commedie all'italiana, proprio come l'annuncio dei tre nuovi "seminari" R.M. Se invece cercate nell'internet Angelo Scola troverete finalmente il patriarca di Venezia.
Evidentemente, al neocatecumenale redattore della notizia (e al ripetitore copia-e-incolla del sito Segnideitempi) sono più familiari i film trasmessi in TV ("Se permettete parliamo di donne", "L'arcidiavolo", "Ballando ballando", "Il viaggio di Capitan Fracassa", "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?", "Brutti sporchi e cattivi", "I nuovi mostri", ecc.: tutti titoli che sembrano comicamente indirizzati ai neocatecumenali) piuttosto che il cardinale patriarca di Venezia.
Un vecchio adagio diceva: "non detestare gli adulatori, poiché sono utilissimi: infatti sanno identificare bene i tuoi difetti e segnalarteli in modo delicato".
Ecco, questo si applica perfettamente al comunicato stampa propagandistico neocatecumenale:
"Anche questa è una ottima notizia che testimonia, ancora una volta se non fosse stato già sufficiente per il passato, come il Cammino è aperto alla collaborazione con le Diocesi senza vedere snaturate le sue pecularità di formazione dei ragazzi candidati al sacerdozio provenienti dall'esperienza neocatecumenale."
Traduzione in italiano:
«anche questa notizia (che siamo come al solito obbligati a presentare come ottima) testimonia ancora una volta che i candidati al sacerdozio provenienti dall'esperienza neocatecumenale non vogliono formarsi in un seminario normale per non vedere snaturate le peculiarità del cammino.
«Esatto, avete letto bene: "snaturate"; non ha detto "poco valorizzate" o "ignorate", ma addirittura "snaturate": evidentemente la "natura" del Cammino è particolarmente in contrasto con le più elementari caratteristiche richieste alla formazione sacerdotale.
«Ciò contraddice nettamente quanto affermato mezzo secondo prima, poiché se il Cammino «collaborasse» con le diocesi, non ci sarebbe bisogno di aprire seminari neocatecumenali: un giovane che voglia diventare prete missionario andrebbe lì e basta (ma questo potrebbe succedere solo se il Cammino facesse le stesse cose che fa tutta la Chiesa, il che finora non è mai avvenuto).
«L'apertura di un seminario R.M. è un'ottima notizia per il Cammino, poiché significa la possibilità di propagare il kikismo in altri posti del mondo e, possibilmente, avere dei candidati vescovi per il futuro (fermo restando il problema che per diventare vescovi non basta affetto essere preti).
È IL COLMO! CI SCUSINO TANTO I VESCOVI, MA STANNO DORMENDO O FINGONO DI NON VEDERE E SENTIRE?
Infine è stata annunciata l'apertura di un nuovo seminario NC in Pakistan!!! Una realtà 'sedicente' cattolica in un paese musulmano!!!
Certo non basta annunciare la nascita di un seminario: finché non ne escono da lì dei preti per il Pakistan, sarà solo una residenza in una località geografica qualsiasi (solo, più pericolosa delle altre).
Se fosse vero sarebbe comunque un enorme colpo pubblicitario, il fatto che poi in realtà funzioni sarebbe però tutto da verificare.
Notate tuttavia l'astuzia: Kiko cadrebbe in ogni caso sempre in piedi:
- se non succedesse nulla, bene, un fiore all'occhiello per lui;
- dovesse mettersi male per quei poveretti in Pakistan... provate un po' a pensare cosa purtroppo ne ricaverebbe la propaganda del CNC?
Che dire dell'uso della Bimah, come nelle Sinagoghe?
Lo abbiamo già mostrato per la Domus Galileae, ma ne abbiamo un ulteriore esempio: nella foto pubblicata qui sotto è visibile la Bimah del seminario Redemptoris Mater di Macerata. Fa parte delle manie pseudo-ebraiche che abbiamo già ampiamente stigmatizzato... [vedi] e [inoltre]
I principali elementi costitutivi della Sinagoga sono: la Bimah (chiamata Tevah dai sefarditi) che è il pulpito da cui viene letta la Torah e l'Arón, Arón ha-Kodes: "armadio sacro". È l'armadio posto sulla parete orientale della sinagoga, volta verso Gerusalemme. Vi sono custoditi i rotoli della Torah, rivestiti dei loro ornamenti. 
Nella foto notiamo un altro elemento più sinagogale che cristiano: l'uso dei sedili senza inginocchiatoio (è noto che i NC non si inginocchiano mai neppure durante la Consacrazione). Nella sinagoga, ogni sedile ha davanti a sé una cassetta che contiene il Chummash (Sacre Scritture) ed i Siddurim (libri di preghiere) appartenenti al singolo. In effetti i sedili che vediamo nella foto, al posto dell'inginocchiatoio hanno il leggio. Ruolo maggiore della Scrittura nei confronti della Parola Vivente?


Per completezza di informazione: Testo riportato da Adista

" L'opposizione al Movimento neocatecumenale travalica ampiamente i confini nazionali. Nel 1996 il cammino si interruppe in Inghilterra. Il card. Basil Hume, primate della Chiesa cattolica d'Inghilterra, si rifiutò di ordinare preti quindici seminaristi di formazione neocatecumenale (v. Adista n. 67/96 e "Jesus" del gennaio 1997). La motivazione fu che questi seminaristi, una volta ordinati, avrebbero avuto come punto di riferimento, più che il proprio vescovo, i capi delle loro comunità, creando così problemi all'interno della diocesi. "

Riportiamo, sempre da Adista, su neocatecumenali e Regno Unito (le notizie sono del 2002):

" Mons. Meryn Alban Alexander, vescovo di Clifton, ha vietato la diffusione del Movimento all'interno della sua diocesi. Già nel marzo '94 lo stesso Alexander aveva promulgato un decreto che imponeva per dodici mesi forti restrizioni al Movimento: nessuna nuova catechesi, niente veglia pasquale o messa del sabato separata dal resto della comunità ecclesiale. Alla fine del '96 (v. Adista n. 79/96), nella diocesi di Clifton vennero pubblicati i risultati di una inchiesta sul Movimento voluta dal vescovo, attraverso una commissione presieduta da Tom Millington (membro del Lord Chancellor's Department) ed insediatasi nel gennaio di quello stesso anno. Tale inchiesta si avvalse di incontri con membri del Movimento, parroci, sacerdoti, parrocchiani. Le conclusioni non furono incoraggianti per i seguaci di Kiko: nessuna nuova vitalità portata nelle comunità parrocchiali dal Cammino, ma anzi divisioni e danni apportati dall'introduzione dell'esperienza nella diocesi e nella comunione col vescovo."

Le informazioni riportate parlano di inchieste, verifiche serie (che hanno messo in luce le stesse cose che anche da noi vengono denunciate), Decreti vescovili. Dov'è qui da noi tutto questo? Certamente nella voce e negli scritti di alcuni sacerdoti e diversi Vescovi. Ma sembrano voci che gridano nel deserto, a cui vogliamo aggiungere la nostra!